E' il 1993 e dopo tre anni dall'ultimo album Caputo torna a pubblicare per l'etichetta CGD, il titolo scelto per la sua ultima fatica è "Egomusicocefalo".
L'album però sarà poco supportato dalla CGD e registrerà di conseguenza un numero di vendite non molto alto, Caputo deciderà da qui in avanti di fondare una etichetta indipendente che chiamerà "Idiosyncrasy".
In una recente intervista, Caputo rispondendo ad una domanda di un giornalista che gli chiedeva del perchè questo album, che contenteva dei pezzi molto validi, fosse stato un flop commerciale, disse: "Egomusicocefalo fu semplicemente promosso male.
L'andamento di un album sul mercato dipende al 99% da quanto la casa
discografica voglia investire per martellarlo sui media, ed Egomusicefalo non
ebbe quella possibilità: era un progetto indipendente, distribuito però
da una major. Commercialmente, un ibrido. Quindi vissi quell'esperienza
come una lezione: se hai un progetto indipendente, deve restarlo fino
in fondo, perché se la casa discografica non è sufficientemente
coinvolta a livello di guadagni, l'album è semplicemente destinato
all'oblio. Fortunatamente Egomusicocefalo è stato da me remixato e rimasterizzato, e sta vivendo nuova vita su iTunes".
Ma veniamo alla prima canzone dell'album, si chiama "Scendi dalle nuvole", e si apre con delle note di organo da chiesa, poi entra la voce di Caputo che ricorda come stile di esecuzione quella di De Gregori.
Dal sound che sentiamo è subito chiaro che Sergio per questo disco vuole intraprendere una direzione diversa rispetto ai precedenti lavori, dimostrando, se ce ne fosse ulteriore bisogno, che la sua musica non è legata esclusivamente allo swing e al jazz.
Per questo disco Sergio si fa in quattro, letteralmente, infatti a parte il contributo di Luca Pirozzi al basso e di Enrico Rava alla tromba, si fa carico di tutti gli altri strumenti, suonando chitarra, batteria e tastiere, oltre a fare lui stesso da produttore.
SCENDI DALLA NUVOLEDal sound che sentiamo è subito chiaro che Sergio per questo disco vuole intraprendere una direzione diversa rispetto ai precedenti lavori, dimostrando, se ce ne fosse ulteriore bisogno, che la sua musica non è legata esclusivamente allo swing e al jazz.
Per questo disco Sergio si fa in quattro, letteralmente, infatti a parte il contributo di Luca Pirozzi al basso e di Enrico Rava alla tromba, si fa carico di tutti gli altri strumenti, suonando chitarra, batteria e tastiere, oltre a fare lui stesso da produttore.
Sembra che arriva... dai che arriva... e non arriva mai...
occhi sfiniti ad inseguire tristi pifferai...
moltiplicammo pani e pesci...
e abbandonammo la nave...
riaprimmo gli occhi e c'era un mondo, un mondo cane...
E scendi dalle nuvole tu...
e scendi dalle nuvole...
Occhi affamati per guardare una città porcile...
tossiti fuori... anzi sputati da una radio a pile...
dove ti vendono la tua pelle e te la fanno anche pagare...
e poi t'inchiodano alla notte... alle sue tette amare...
E scendi dalle nuvole tu...
e scendi dalle nuvole...
Sembra che arriva... dai che arriva... e non arriva sai...
occhi lontani... grandi muri... e bombolette spray...
e non si cambia mai... e non si cambia mai.... e non si cambia mai.
E scendi dalle nuvole tu...
e scendi dalle nuvole...
Dai santi numi del deserto alla città di sale...
dove ti sparano per gioco... e infatti è carnevale...
in nome di Dio portate via le vostre chiappe intellettuali...
quelle ingombranti vostre buffe sconce ali...
E scendi dalle nuvole tu...
e scendi dalle nuvole...
Occhi sbagliati come pioggia sulla sabbia del mare...
incatenati ad una rabbia che non sa nuotare...
mostrammo i denti a cane e porci e andammo alla stazione...
a procurarci di nascosto una reincarnazione...
E scendi dalle nuvole tu...
e scendi dalle nuvole...
Riconsegnammo i nostri occhi alla città natale...
son tutti fermi sulle piste
e non si può volare...
e non si può volare...
e non si può volare....
E scendi dalle nuvole tu...
occhi sfiniti ad inseguire tristi pifferai...
moltiplicammo pani e pesci...
e abbandonammo la nave...
riaprimmo gli occhi e c'era un mondo, un mondo cane...
E scendi dalle nuvole tu...
e scendi dalle nuvole...
Occhi affamati per guardare una città porcile...
tossiti fuori... anzi sputati da una radio a pile...
dove ti vendono la tua pelle e te la fanno anche pagare...
e poi t'inchiodano alla notte... alle sue tette amare...
E scendi dalle nuvole tu...
e scendi dalle nuvole...
Sembra che arriva... dai che arriva... e non arriva sai...
occhi lontani... grandi muri... e bombolette spray...
e non si cambia mai... e non si cambia mai.... e non si cambia mai.
E scendi dalle nuvole tu...
e scendi dalle nuvole...
Dai santi numi del deserto alla città di sale...
dove ti sparano per gioco... e infatti è carnevale...
in nome di Dio portate via le vostre chiappe intellettuali...
quelle ingombranti vostre buffe sconce ali...
E scendi dalle nuvole tu...
e scendi dalle nuvole...
Occhi sbagliati come pioggia sulla sabbia del mare...
incatenati ad una rabbia che non sa nuotare...
mostrammo i denti a cane e porci e andammo alla stazione...
a procurarci di nascosto una reincarnazione...
E scendi dalle nuvole tu...
e scendi dalle nuvole...
Riconsegnammo i nostri occhi alla città natale...
son tutti fermi sulle piste
e non si può volare...
e non si può volare...
e non si può volare....
E scendi dalle nuvole tu...
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