venerdì 27 febbraio 2015

Italiani mambo



Dopo il grande esordio sancito dall'uscita dell'album "Un sabato italiano" nell'anno 1983, Caputo fa passare un anno e poi da alle stampe l'atteso secondo album: "Italiani mambo".
Il successo riscosso da "Un sabato italiano" consente a Sergio di farsi un nome e per questo suo secondo lavoro riesce così ad ottenere la collaborazioni di grandi strumentisti, uno su tutti Tony Scott, sassofonista e clarinettista americano di grande fama ma anche degli ottimi Roberto Gatto alla batteria e Piero Montanari al basso.
Anche quest'album, come il primo, è pubblicato dalla CGD.
Mentre "Un sabato italiano" era caratterizzato da canzoni swing e jazz, in questo secondo lavoro ci sono anche altre contaminazioni, a cominciare dal latineggiante brano di apertura: "Italiani Mambo".
Il personaggio descritto da Caputo è un cantante che fa la musica che il suo capo gli chiede, ma ovviamente non si trova a suo agio e sogna di essere altrove ("E col mio dolore faccio il signore al Tahiti Bar, son servito e riverito dal boss, segna tutto sul mio conto però...").
 La canzone come già detto ha un ritmo latino, con tanto di trombe che ricordano tanto le bande di mariachi messicane.
Sergio registrerà nuovamente la canzone per  inserirla in un cd dal titolo "Serenadas", uscito nel 1998, in cui rivisita molte sue canzoni in chiave latina.
Ma avventuriamoci anche noi nel "Tahiti Bar" insieme a Sergio:






ITALIANI MAMBO

Mio diletto amore tramonta il sole al 'Tahiti Bar'
Fra le palme avvelenate dal gas,
E i turisti alla fermata del tram

Qui nel pigia pigia
La morte grigia
Mi dà del tu
Son di nuovo al verde ma non per questo mi butto giù

e col mio dolore faccio il signore al 'Tahiti Bar'
son servito e riverito dal boss
segna tutto sul mio conto però
e ripenso a te sulla tua veranda alle sei di sera
a una luce accesa dall'altra parte del mare blu

Ahh-ia ihai, Ahh-ia ihai, se stasera piango
Domani chi si ricorda più
Italiani Mambo, in mancanza d'altre novità
Italiani Mambo, anche questa storia passerà
Italiani Mambo, quella bomba non funzionerà
Italiani Mambo stasera, perché l'aria non ci salverà.

E così mio amore faccio il padrone al 'Tahiti Bar'
Fra le donne intonacate di strass
E i pivelli strangolati dal frac
E gli elegantoni in bruciore di popolarità
Ho le scarpe strette ma non per questo mi butto giù

Ahh-ia ihai, Ahh-ia ihai, se divento ricco
Domani parto e non torno più
Italiani Mambo, in mancanza d'altre novità
Italiani Mambo, anche questa storia passerà
Italiani Mambo, quella bomba non funzionerà
Italiani Mambo stasera, perché l'aria non ci salverà.

Ahh-ia ihai, Ahh-ia ihai, se divento ricco
Domani parto e non torno più
Italiani Mambo, in assenza d'altre ambiguità
Italiani Mambo, per eccesso di velocità
Italiani Mambo stasera, musica straniera
Italiani Mambo stasera, musica leggera
Italiani Mambo
…Italiani Mambo…

L'angolo degli accordi:

                   La7                                              Re
Mio diletto amore tramonta il sole al 'Tahiti Bar'
                               La
Fra le palme avvelenate dal gas,
Sol                      Re
E i turisti alla fermata del tram
                      La7
Qui nel pigia pigia

La morte grigia
                Re
Mi dà del tu
                           La                        Sol                     Re
Son di nuovo al verde ma non per questo mi butto giù

Strum: La7-Re-La7-Re

                 La7                                              Re
e col mio dolore faccio il signore al 'Tahiti Bar'
                           La
son servito e riverito dal boss
Sol                          Re
segna tutto sul mio conto però
                                      La7                       Re
e ripenso a te sulla tua veranda alle sei di sera
                  La                     Sol                   Re
a una luce accesa dall'altra parte del mare blu
            La7              Re                    La7
Ahh-ia ihai, Ahh-ia ihai, se stasera piango
                                    Re
Domani chi si ricorda più
Solm    Do          Solm             Do
Italiani Mambo, in mancanza d'altre novità
Fa        Sib          Solm             Do
Italiani Mambo, anche questa storia passerà
Lam     Re          Solm              Do
Italiani Mambo, quella bomba non funzionerà
Fa         Sib                     Mi                                  La
Italiani Mambo stasera, perché l'aria non ci salverà.

Strum: Re-La7-Re-La7-Re-La7-Re
…                  La7                                                Re
E così mio amore faccio il padrone al 'Tahiti Bar'
                               La
Fra le donne intonacate di strass
Sol                      Re
E i pivelli strangolati dal frac              
                  La7                                   Re
E gli elegantoni in bruciore di popolarità
                      La                                                   Re
Ho le scarpe strette ma non per questo mi butto giù
            La7              Re                     La7
Ahh-ia ihai, Ahh-ia ihai, se divento ricco
                                          Re
Domani parto e non torno più
Solm     Do         Solm             Do
Italiani Mambo, in mancanza d'altre novità
 Fa        Sib         Solm              Do
Italiani Mambo, anche questa storia passerà
 Lam     Re          Solm             Do        
Italiani Mambo, quella bomba non funzionerà
 Fa         Sib                     Mi                                  La
Italiani Mambo stasera, perché l'aria non ci salverà.
…            La7              Re                     La7
Ahh-ia ihai, Ahh-ia ihai, se divento ricco
                                           Re
Domani parto e non torno più
Solm    Do         Solm          Do
Italiani Mambo, in assenza d'altre ambiguità
Fa        Sib         Solm           Do
Italiani Mambo, per eccesso di velocità
Lam     Re                     Solm    Do        
Italiani Mambo stasera musica straniera
Fa        Sib                     Solm   Do
Italiani Mambo stasera musica leggera
Lam     Re         Solm  Do
Italiani Mambo
Fa         Sib        Solm   Do
Italiani Mambo
Lam     Re         Solm   Do
Italiani Mambo

L'angolo live:

Il primo file che sentiamo è del 1987, direttamente dal primo live ufficiale di Sergio: "Ne approfitto per fare un po' di musica":

Il secondo pezzo viene invece dal secondo live ufficiale di Caputo del 2009: "La notte è un pazzo con le meches", rispetto alla prima versione del 1987 questa ha un arrangiamento più soft e sognante, mentre la prima aveva più "groove" ed era più corposa e aggressiva:




Ora invece un altro paio di live col supporto video, il primo video vede Sergio eseguire la canzone con la formazione standard, basso, chitarra, batteria e fiati, mentre nel secondo vediamo una versione più spartana con solo chitarra, batteria e basso:







Ora una versione particolare, suonata nel 1998 in un backstage di Sanremo per una radio privata:




L'angolo delle curiosità:

Sentiamoci il rifacimento della canzone inclusa nel cd "Serenadas", di cui abbiamo parlato prima :



Caputo ha definito questa canzone una metafora dell'intero mondo discografico di quel periodo, sottolineando la contraddizione dei due termini, che cioè un italiano potrebbe proporre ben altro che un mambo di facile presa.

Chiudiamo con una esibizione "live" però in playback risalente al Festivalbar del 1984:






martedì 24 febbraio 2015

Spicchio di luna



L'album "Un sabato italiano" non poteva che finire con un piccolo capolavoro: "Spicchio di luna".
Tra le canzoni dell'album, quella forse più jazz.
L'intro del piano è delizioso, ed è lo stesso pianoforte che accompagna tutta la canzone con fraseggi delicati e molto jazz, la ritmica del brano invece è dettata da una batteria suonata con le spazzole per non appesantire troppo l'incedere della canzone.
Il testo è ancora una volta all'altezza della musica, con Caputo che ci racconta di questa ragazza, soprannonminata spicchio di luna, e di come il suo mondo sia ormai distante da quello di Sergio ("Spicchio di luna, ormai non navigo più da molto tempo in quelle stesse acque tempestose dove tu mi trovasti tanto male in arnese...").
Poi arriva il ritornello, la musica cresce e Sergio "Ne approfitta per fare un po' di musica", abbandonandosi ai ricordi di un tempo che fu.
Ancora una volta Caputo riesce a parlare d'amore in una maniera non banale e smielata.
Ecco la sua splendida "Spicchio di luna":




SPICCHIO DI LUNA

Piccoli sogni in abito blu
ammiccano discreti
dall'insegna di un locale mentre tu
mi proponi discoteche inquietanti
e amici naïf...
Io speravo in un incontro galante
cheek to cheek.

Spicchio di luna, ormai,
non navigo più da molto tempo
in quelle stesse acque tempestose dove tu
mi trovasti tanto male in arnese
da scappare via ,
no non voglio abbandonarmi ai ricordi tuttavia...

Ne approfitto per fare un po’ di musica
tra mezz’ora domenica sarà,
tra juke-box, marciapiedi e varietà
spicchio di luna questa notte come va?

Ne approfitto per fare un po’ di musica,
nell’ipotesi che mi ascolterai
tra le stelle e i lampioni, non saprei,
spicchio di luna questa notte dove sei?

Cantami o Diva
di quello che vuoi...
magari non gridarmi nelle orecchie
mentre suono Jumpin'Jive.
Ti ho cercata in tutti quanti gli alberghi
di questa città.
Ora fa che sia bello ritrovarti
proprio qua…

Ne approfitto per fare un po’ di musica tra mezz’ora domenica sarà,
tra juke-box, marciapiedi e varietà
spicchio di luna questa notte come va?

Ne approfitto per fare un po’ di musica,
nell’ipotesi che mi ascolterai
tra le stelle e i lampioni, non saprei,
spicchio di luna questa notte dove sei?

L'angolo degli accordi:

Sol7+                Sib7+
Piccoli sogni in abito blu
Sol7+
ammiccano discreti
                             Sib7+
dall'insegna di un locale mentre tu
     Do                             Fa7+
mi proponi discoteche inquietanti
   Dom
e amici naïf...
Si9 Sib
Io speravo in un incontro galante
               Re7/4 Re7
cheek to cheek.
Sol7+
Spicchio di luna, ormai,
       Sib7+                        Sol7+
non navigo più da molto tempo
                                            Sib7+
in quelle stesse acque tempestose dove tu
     Do
mi trovasti tanto male in arnese
     Dom       Fa9
da scappare via ,
Si9 Sib                                                         Re7/4 Re7
no non voglio abbandonarmi ai ricordi tuttavia...
             Lam7                             Sim7
Ne approfitto per fare un po’ di musica
       Sol7+                      Sim7 Mi
tra mezz’ora domenica sarà,
            Lam7                       Sim7
tra juke-box, marciapiedi e varietà
                   Mib7          Re7           Sol7+  Sim7 Mi
spicchio di luna questa notte come va?
               Lam7                             Sim7
Ne approfitto per fare un po’ di musica,
        Sol7+                      Sim7 Mi
nell’ipotesi che mi ascolterai
 Lam7                                    Sim7
tra le stelle e i lampioni, non saprei,
                   Mib7           Re7           Sol7+ 
spicchio di luna questa notte dove sei?

Cantami o Diva
    Sib7+
di quello che vuoi...
            Sol7+
magari non gridarmi nelle orecchie
                       Sib7+
mentre suono Jumpin'Jive.
         Do                                    Fa7+
Ti ho cercata in tutti quanti gli alberghi
    Dom
di questa città.
 Si9 Sib                                                        
Ora fa che sia bello ritrovarti
             Re7/4 Re7
proprio qua…
       Lam7                                   Sim7
Ne approfitto per fare un po’ di musica,
       Sol7+                      Sim7 Mi
Tra mezz’ora domenica sarà

          Lam7                          Sim7
tra juke-box, marciapiedi e varietà
                   Mib7          Re7           Sol7+  Sim7 Mi
spicchio di luna questa notte come va?
               Sim7                             Do#m7
Ne approfitto per fare un po’ di musica,
         La7+                      Do#m7 Fa#
nell’ipotesi che mi ascolterai
 Sim7                      Do#m7
tra le stelle e i lampioni, non saprei,
                   Fa7             Mi7           La7+ 
spicchio di luna questa notte dove sei?




L'angolo dei video:

Ecco il video di "Spicchio di luna" andato in onda durante la trasmissione "Mr.Fantasy":



L'angolo dei live:

Eccoci nel consueto angolo dei live, partiamo in ordine cronologico e presentiamo il live proveniente dal disco "Ne approfitto per fare un po' di musica" del 1987, il pezzo si apre con un assolo di basso molto bello come altrettanto bello è il solo di chitarra eletrrica verso il finale della canzone :


La versione del 2009 contenuta nell'album "La notte è un pazzo con le meches" ha invece un taglio molto più soft, l'intro stavolta è ad appannaggio del piano suonato da Paolo Vianello:



Ora gustiamoci qualche live con video, il primo è tratto dal Jazz Festival di Pineto del 2007 ed è caratterizzato da un intro alla chitarra molto bello fatto da Nannetti:



Il secondo video è più recente, risale al 2013, durante il tour per festeggiare il trentennale dell'album "Un sabato italiano":



Questa versione invece è suonata insieme alla Mister Grant's Band:



L'angolo del tutorial:

E' lo stesso Sergio Caputo a regalarci questo tutorial:



L'angolo delle curiosità:

Questo brano è stato interpretato anche da Max Tortora, l'attore comico e grande amico di Sergio Caputo, vediamoci il loro simpatico duetto:


Ora sentiamoci invece il remake della canzone uscito sul disco che festeggia il trentennale di "Un sabato italiano":



Chiudiamo l'angolo delle curiosità con una storia tratta dal libro di Sergio Caputo, "Un sabato italiano memories", Sergio parte per un week-end a Genova con la ragazza che frequenta in quel periodo, che si chiama Roberta, ma sentiamo direttamente il racconto dalle parole di Sergio: Con la mia Renault imbocchiamo l'Aurelia e ci facciamo tutta una tirata fino a Genova, arriviamo che è sera.
Essendo impossibile entrare in macchina per i vicoli, mettiamo la macchina in un garage e ci inerpichiamo a piedi su per le stradine scivolose e odorose di salmastro, pipì, verdure marce e fritto, fino al portoncino di cui Roberta ha le chiavi.
<A che piano è?> chiedo casualmente mentre saliamo, <Quinto> e senza ascensore!
Quando arriviamo al quinto piano penso di essere sull'oro del collasso, anche Roberta è paonazza e ci assale un attacco convulso di risa che peggiora la crisi respiratoria.
L'appartamento è un posto da "scapolo" e non c'è dubbio che lo zietto di Roberta, che ne è proprietario, lo usi come tale. Ci sono un paio di calendari da "playboy" appesi in giro e la piccola cucina non sembra sia stata mai usata se non per fare il caffè.
Andiamo subito a controllare la camera da letto, soffitto a travi di legno, finestrella sul vicolo e sui cuscini un distinto odore di acqua di colonia...preservativi nel cassetto del comodino.
<Forse è meglio cambiare lenzuola> dice Roberta, <mio zio deve essere stato qui di recente con chissà chi...>.
Una volta espletata l'operazione e fatta una doccia veloce si sono fatte le dieci di sera, la fame è inverosimile.
Ci buttiamo giù per le scale e poi in strada a cercare una trattoria. Da quando siamo saliti il vicolo si è popolato di una strana tipologia di donna di una certa età, pesantemente truccate, <Mignotte?> chiedo senza aspettarmi una conferma. Ci imbuchiamo nella prima bettola ancora aperta, la proprietaria ci occhieggia con aria sonnecchiosa e interrogativa del tipo <e questi qui come cazzo ci sono capitati>, ma ci indica un tavolo all'angolo.
Ci facciamo portare mezzo litro di vino bianco e ordiniamo trenette al pesto che arrivano in fretta e iniziamo a divorare come gente che non ha toccato cibo da una settimana. Nella mia trovo purtroppo solo quando l'ho mangiata quasi tutta, qualcosa che inizialmente sembra un gambo di basilico con la diramazione delle foglie ma poi guardando meglio e muovendola con la forchetta sembra invece ciò che resta di un scarafaggio in salsa verde!
Ma no, è un pezzo di basilico dice Roberta, <il basilico ha le zampe?> <Macchè zampe, sono le attaccature delle foglie>. Rimango col dubbio e per contrastare il conato di ribrezzo che mi assale prendo la caraffa del vino con tutte e due le mani e me ne rovescio la metà in gola.
Poi ci accorgiamo di non avere i soldi, che abbiamo scordato a casa, ci alziamo e ci dirigiamo impacciati verso la proprietaria, <Signora dunque.... ci siamo accorti che....>. Lei ha capito benissimo e scuote la testa lentamente e con un gesto lento e imperioso come fossimo la feccia della feccia umana ci indica la porta.
Ci affrettiamo ad uscire promettendo di portare subito i soldi, quando poco dopo ci vede tornare coi soldi, la matrona genovese quasi sviene, spalanca la bocca così tanto che ci potrebbe entrare un gabbiano, una cosa del genere non gli è mai capitata nella vita e mai le ricapiterà.
Torniamo a casa e dopo aver fatto l'amore resto affacciato alla finestrra a fumare, osservo affascinato gli uomini che vanno a puttane a piedi...ne seguo le trattative, faccio scommesse, questo ci va questo no, le azzecco quasi tutte.
Roberta dorme, russando in modo leggero, quasi un ronzio, un russare gentile da femmina.
La guardo e mi si stringe il cuore, le voglio molto bene, ma non è lei la donna della mia vita... e io non sono l'uomo della sua.
Sui tetti di fronte c'è un meeting di gatti, ci sono comignoli alla Mary Poppins, e ancora più in su un incredibile, grafico, molto teatrale di spicchio di luna, che si riflette nel mare, all'orizzonte oltre i tetti più lontani. E' così che Roberta prende, nel musical immaginario della mia vita, il nome navaho di "Spicchio di luna".




domenica 22 febbraio 2015

Night


Penultima traccia dell'album "Un sabato italiano", con "Night", Sergio Caputo ci porta dentro le atmosfere di un locale notturno, dove il mondo cambia colore, le luci si abbassano e la musica avvolge i cuori e i destini degli avventori.
Ancora una volta i testi di Caputo sono eccezionali, con similitudini e aggettivi che difficilmente si incontrano nelle canzoni italiane ("Nell'etica del night, si diventa didascalici ma tu non lo sai" o "Mi ritrovo a divagare su chimire e aspirazioni da viveur" e ancora "in quest'oasi di lamè a prescindere dai fatti penso a te").
Non mancano riferimenti cinematografici brillanti, come il sorriso della cassiera paragonato a quello di Feranandel, attore francese dalla dentatura enorme, noto a noi tutti per aver interpretato il personaggio di Don Camillo (inventato dalla penna di Giovannino Guareschi), in molti film, in coppia con Gino Cervi che impersonava Peppone.
Musicalmente Caputo crea un atmosfera molto soft, con tastiere e sintetizzatori, mentre il basso ha una linea molto interessante e creativa, poi la musica cresce di intensità in corrispondenza proprio del verso: "Parla più forte di telefono da un night...".
Ma è ora di lasciare spazio alla musica, ecco "Night":



NIGHT

L'orchestrina si diverte a massacrare
uno standard della dolce Bessy Smith
mentre al quarto Margherita
ho capito che alle tre
altri posti dove andare non ce n'è.

E' così che mi ritrovo a divagare
su chimere e aspirazioni da viveur
nell'intrigo della notte
in quest'oasi di lamé
a prescindere dai fatti penso a te.

Parla più forte
ti telefono da un night
ho i nervi un po' in disordine
e il fegato nei guai.
Tiro a stupirti
ma non mi riesce più
a barare son più abile
anche quando vinci tu.

Nel brivido del night
nell'ottica del night
ognuno ha un segreto nel cuore
da non rivelare mai.

Nei limiti del night
nell'etica del night
si diventa didascalici
ma tu non lo sai.

Il cantante non la smette di storpiare
le parole di quel brano di Ives Montand
e che altro posso fare
se non mettermi a fumare...
e godermi il panorama in decoltè.

La cassiera ossigenata mi sorride
non ha niente da invidiare a Fernandel
mi racconta di Parigi
io mi sento abituè
nonostante il suo profumo penso a te.

Parla più forte
ti telefono dal night
di nuovo ho fatto il pieno
mm, non so se capirai.
Sai cosa faccio
io domani vengo lì,
ti rapisco e andiamo al cinema,
che vuoi più di così?

Nel brivido del night
nell'ottica del night
ognuno ha un segreto nel cuore
da non rivelare mai.

Nei limiti del night
nell'etica del night
si diventa didascalici
ma tu non lo sai.

Nel brivido del night
nell'ottica del night
ognuno ha un segreto nel cuore
da non rivelare mai.



L'angolo degli accordi:


Lam
L'orchestrina si diverte a massacrare
                                                   Sim
uno standard della dolce Bessy Smith
                 Lam
mentre al quarto Margherita
      Sim                Mi
ho capito che alle tre
        Sim         Rem                Lam Sim Sol
altri posti dove andare non ce n'è.
Lam
E' così che mi ritrovo a divagare
                                             Sim
su chimere e aspirazioni da viveur
      Lam
nell'intrigo della notte
           Sim         Mi
in quest'oasi di lamé
        Sim             Rem            Lam
a prescindere dai fatti penso a te.
Rem        Sol
Parla più forte
Do                      Mim
ti telefono da un night
       Rem                  Sol
ho i nervi un po' in disordine
       Do           Mim
e il fegato nei guai.
Rem        Sol
Tiro a stupirti
             Mim
ma non mi riesce più
   Do
a barare son più abile
           Sol
anche quando vinci tu.
Do                     Mim
Nel brivido del night
Do                  Mim 
nell'ottica del night

ognuno ha un segreto nel cuore
 Do                    Sol
da non rivelare mai.
Do                 Mim
Nei limiti del night
Do                Mim
nell'etica del night
Lam
si diventa didascalici
          Mib
ma tu non lo sai.
Lam
Il cantante non la smette di storpiare
                                                 Sim
le parole di quel brano di Ives Montand
         Lam
e che altro posso fare
            Sim          Mi
se non mettermi a fumare...
   Sim                 Rem              Lam Sim Sol
e godermi il panorama in decoltè.
Lam
La cassiera ossigenata mi sorride
                                                       Sim
non ha niente da invidiare a Fernandel
     Lam
mi racconta di Parigi
          Sim      Mi
io mi sento abituè
Sim                          Rem               Lam
nonostante il suo profumo penso a te.
Rem        Sol
Parla più forte
Do                    Mim
ti telefono dal  night
          Rem                    Sol
ho di nuovo ho fatto il pieno
              Do      Mim
mm, non so se capirai.
Rem       Sol
Sai cosa faccio
     Mim
io domani vengo lì,
    Do
ti rapisco e andiamo al cinema,
       Sol
che vuoi più di così?
Do                    Mim
Nel brivido del night
Do                  Mim
nell'ottica del night

ognuno ha un segreto nel cuore
Do                    Sol
da non rivelare mai.
Do                 Mim
Nei limiti del night
Do                Mim
nell'etica del night
Lam
si diventa didascalici
           Mib
ma tu non lo sai.
Do                    Mim
Nel brivido nel night
Do                  Mim
nell'ottica del night

ognuno ha un segreto nel cuore
Do                    Sol
da non rivelare mai

L'angolo dei video:

Ecco il consueto video girato per promuovere l'album e trasmesso durante la trasmissione "Mr. Fantasy":


L'angolo dei live:

Così come "Le bionde sono tinte", anche "Night" è mancata dai live di Caputo per tantissimi anni, poi finalmente Sergio ha cominciato a riproporla nei suoi concerti.
Sentiamoci un paio di versioni live di questa canzone.

La prima risale al 2010, durante un live al The Place di Roma ed è eseguita in trio, chitarra, basso e batteria, con un bel solo improvvissato da Sergio alla chitarra, non presente nella canzone originale:





Quest'altra invece è con la big band di Sergio al completo, con tanto di sezione di fiati e pianoforte, risale al 2013 direttamente dall'Auditorium Flaminio di Roma:


 
L'angolo delle curiosità:

La fonte ispiratrice di questa canzone è già stata menzionata quando ho recensito la canzone "Le bionde sono tinte" nei post precedenti.
Sentiamoci per concludere la versione rifatta da Caputo nel 2013 per festeggiare il trentennale dell'album "Un sabato italiano":

venerdì 20 febbraio 2015

Week end



"Week end" è un pezzo molto soft, in cui Caputo ci racconta il suo week end solitario, visto che la sua lei è partita senza dare spiegazioni ("era fuori chissà perché, a nascondersi dietro ai non saprei..").
Di tutte le tracce dell'album è quella che maggiormente risente degli arrangiamenti anni 80, con suoni campionati e sintetizzatori.
Ma la canzone ha un'ottima melodia e si regge bene anche da sola, non a caso Sergio la suona spesso "unplugged", senza supporto di band e risulta godibilissima.






WEEK END


Venerdì
niente birra in frigidaire
l'ennesimo caffè
brucia indisturbato lì sul gas
tardi per un film
testa fra le nuvole
ballo il cha-cha-cha
mentre metto in ordine.

Scocca l'ora X
prendo l'immondizia e volo giù
fredda notte blu
mecca degli estranei.

Lei, era fuori per il week-end
e va bhè d'accordo affari suoi
a nascondersi dietro ai non saprei.

Lei, era fuori per il week-end
era fuori chissà perché
invischiata nell'improbabile.

Bar Metrò
quanta bella gioventù
gli assi del totip
e i patiti della box.
Donne, non ce n'è
mangio un sandwich del '43
un tassista rock
crede che De Niro sia Gesù.
Miss Malinconia
gioca le sue carte anche così
quest'inverno qui
si preannuncia rigido.

Lei era fuori per il week-end
Era fuori per fatti suoi
A confondersi dietro i non saprei

Lei, era fuori per il week-end
era fuori chissà perché
aggrappata alll'imponderabile

 Lei era fuori per il week-end
Era fuori per fatti suoi
A confondersi dietro i non saprei

L'angolo degli accordi: *

 Do7+
Venerdì
                        Sim
niente birra in frigidaire
                     Do
l'ennesimo caffè
                       Sim
brucia indisturbato lì sul gas
                   Do7+
tardi per un film
                  Sim
testa fra le nuvole
                          Do
ballo il cha-cha-cha
                           Sim
mentre metto in ordine.
                   Solm/Sib        
Scocca l'ora X
                          Fa
prendo l'immondizia e volo giù
                    Fam/Lab
fredda notte blu
                     Fa    Re
mecca degli estranei.

Do7+    Re                        Do7+
Lei, era fuori per il week-end
        Re                            Do7+
e va bhè d'accordo affari suoi
       Re                          Do Re Solm7
a nascondersi dietro ai non saprei.
Do7+    Re                        Do7+
Lei, era fuori per il week-end
       Re                     Do7+
era fuori chissà perché
        Re                     Do Re Solm7
invischiata nell'improbabile.

       Do7+
Bar Metrò
                     Sim
quanta bella gioventù
                     Do
gli assi del totip
               Sim
e i patiti della box.
                        Do7+
Donne, non ce n'è
                                  Sim
mangio un sandwich del '43
                  Do
un tassista rock
                      Sim
crede che De Niro sia Gesù.
                     Solm/Sib
Miss Malinconia
                    Fa
gioca le sue carte anche così
                       Fam/Lab
quest'inverno qui
                        Fa  Re
si preannuncia rigido.

Do7+   Re                        Do7+
Lei era fuori per il week-end
       Re                 Do7+
Era fuori per fatti suoi
          Re                      Do Re Solm7
A confondersi dietro i non saprei
Do7+    Re                        Do7+
Lei, era fuori per il week-end
      Re                      Do7+
era fuori chissà perché
         Re                        Do ReSolm7
aggrappata alll'imponderabile
Do7+     Re                       Do7+
 Lei era fuori per il week-end
       Re                  Do7+
Era fuori per fatti suoi
        Re                        Do  Re Solm7
A confondersi dietro i non saprei

* Gli accordi fanno riferimento alla versione solo chitarra e voce dell'album "A tu per tu".

L'angolo live:

Iniziamo la carrellata dei live con un video del 2007, Sergio si esbisce al Pineto Jazz festival.
Caputo suona la sua chitarra semi-acustica e l'accompagnamento è fatto da una piccola pianola a fiato:



Questa versione risale invece al 2011, molto bella, solo voce e chitarra acustica.
La location è il "The Place" di Roma:



L'ultimo live che proponiamo è quello relativo al tour che è seguito alla pubblicazione del disco "Un sabato italiano 30":





L'angolo delle curiosità:

Non ci sono aneddoti particolari su questa canzone, ci sono però due versioni alternative motlo belle da sentire, la prima è tratta dall'album del 2006 "A tu per tu" mentre la seconda è il remake del pezzo uscito nell'album "Un sabato italiano 30" che festeggia appunto il trentennale di questo bellissimo album:














martedì 17 febbraio 2015

Mercy bocù



Siamo di fronte a un altro piccolo capolavoro di Caputo, "Mercy bocù".
La canzone parte lenta con un arpeggio sinuoso di chitarra, in sottofondo una chitarra acustica e un piano, poi il ritmo aumenta e sempre sotto un accompagnamento jazz, il protagonista della canzone gira per la città, da solo, senza più legami ("quante signorine, bello capitarci senza te...).
Come già accaduto ad altri protagonisti delle canzoni di Caputo, la fine di una storia è vissuta senza drammi, anzi... (Non vederti più, farci una risata su, non vederti più, già dimenticata pure tu...).
Non mancano anche in questa canzone liriche divertentissime ed originali come: ("Ordino una guinness per la prima manche, forse sono triste ma il mio cuore non lo sa..).
Nonostante l'arrangiamento jazz, ci sono effetti fatti al sintetizzatore che stonano un po' con l'atmosfera della canzone, ma eravamo in pieni anni ottanta e la musica di allora aveva spesso quel tipo di arrangiamenti. Caputo comunque in occasione del rifacimento del disco per festeggiarne i trent'anni, eliminerà quel tipo di arrangiamento e conferirà a tutti brani un'impronta decisamente più jazz.
Caputo decise volutamente di storpiare il titolo, scrivendo come si pronuncia e non nella corretta lingua francesce, perché aveva paura che altrimenti ci sarebbero stati problemi per gli speaker delle radio di pronunciarlo correttamente.








MERCY BOCU

La tua storia lascia un po' a desiderare, fermo un tassì
guastarti la serata no non è chic..
Confidarmi col tassista mi diverte, molto di più
"Mi lasci pure all'angolo e diamoci del tu",
la vita è bella ciao Mercy bocù

Guardo le vetrine piene di bigiotteria,
scarpe parigine,
reggicalze, campionari di tappezzeria.
Lì c'è un manichino che somiglia a te
sfoggia un tayeurino giallo senape.

Non vederti più ...
farci una risata su
Non vederti più
già dimenticata, pure tu

Uno stock di Giapponesi mi travolge
Me, e la mia verve,
e sparisce tra le fauci di un hotel.
L'ottimismo ricomincia a pilotarmi
per la città
un'insegna verde menta
mi promette un whisky bar
un juke-box sussurra wasciù-wariu-và

Quante signorine!
Bello capitarci senza te.
Faccio il milionario
mi destreggio, uno sgabello come Fred Astaire.
Ordino una guinness per la prima manche
forse sono triste ma il mio cuore non lo sa.

Non vederti più...
farci una risata su
Non vederti più
già dimenticata, pure tu

Alla fine quasi tutti sanno tutto,
sempre così...
conviene alzare i tacchi via di qui...
Pago il conto ed esco fuori per la strada
Mercy bocù
Un'orchestra di gatti
sta provando l'ouverture
la mia stella da spettacolo lassù.

Mercy bocù …


L'angolo degli accordi:

 Fa                                               Re7      Solm7         Do7
 La tua storia lascia un po' a desiderare, fermo un tassì
Solm7        Do7                   Solm7
guastarti la serata no non è chic..
Fa                                          Re7    Solm7    Do7
Confidarmi col tassista mi diverte, molto di più
Solm7                  Lam7     Sib               Lam7
"Mi lasci pure all'angolo e diamoci del tu",
Solm7            Do7/4             Fa7+ Re9b Solm7 Reb7 Do7
la vita è bella ciao Mercy bocù
Fa7+         Re7     Solm7      Do7
Guardo le vetrine piene di bigiotteria,
Fa7+         Re7
scarpe parigine,
Solm7                   Do7
reggicalze, campionari di tappezzeria.
Fa7+               Re7          Solm7      Do7
Lì c'è un manichino che somiglia a te
Fa7+                  Re7           Solm7  Do7
sfoggia un tayeurino giallo senape.
        Fa7+    Rem7
Non vederti più ...
Solm7     Do7
farci una risata su
           Fa7+   Rem7
Non vederti più
Solm7        Do           Fa
già dimenticata, pure tu

Fa-Re9b-Solm7-Do7 (2 volte)

Fa                             Re7
Uno stock di Giapponesi mi travolge
Solm7           Do7
Me, e la mia verve,
   Solm7            Do7            Solm7 Do7        
e sparisce tra le fauci di un hotel.
Fa                      Re7
L'ottimismo ricomincia a pilotarmi
Solm7   Do7
per la città
Solm7                 Lam7
un'insegna verde menta
      Sib                           Lam7
mi promette un whisky bar
            Solm7            Do7/4             Fa7+ Re9b-Solm7-Reb7-Do7
un juke-box sussurra wasciù-wariu-và
Fa7+             Re7
Quante signorine!
Solm7              Do7
Bello capitarci senza te.
Fa7                  Re7
Faccio il milionario
Solm7                         Do7
mi destreggio, uno sgabello come Fred Astaire.
Fa7+            Re7                  Solm7 Do7
Ordino una guinness per la prima manche
Fa7+         Re7                   Solm7          Do7
forse sono triste ma il mio cuore non lo sa.
        Fa7+     Rem7
Non vederti più...
Solm7      Do7
farci una risata su
          Fa7+   Rem7
Non vederti più
Solm7       Do7          Fa7 Re9b-Solm7-Do7-Fa7-Re9b-Solm7-Re7
già dimenticata, pure tu
Sol                                     Mi7
Alla fine quasi tutti sanno tutto,
Lam7     Re7
sempre così...
Lam7                  Re7               Lam7 Re7
conviene alzare i tacchi via di qui...
Sol                                                 Mi7
Pago il conto ed esco fuori per la strada
Lam7      Re7
Mercy bocù
         Lam7        Sim7
Un'orchestra di gatti
      Do                     Sim7
sta provando l'ouverture
           Lam7     Re7           Sol   Mi9b-Lam7
la mia stella da spettacolo lassù.
            Re7   Sol-Mi9b-Lam7-Re7
Mercy bocù …

L'angolo dei video:

Come quasi tutte le canzoni del disco "Un sabato italiano", anche di "Mercy bocù" fu fatto il video per trasmetterlo durante la trasmissione Rai "Mr. Fantasy":



L'angolo live:

Direttamente dal primo live ufficiale di Caputo "Ne approfitto per fare un po' di musica" del 1987:







Questa versione invece è tratta dal secondo live ufficiale di Sergio, del 2009, "La notte è un pazzo con le meches":




Ora passiamo a qualche live con video, il primo file risale al 2008 e Sergio Caputo esegue la canzone insieme alla Mister Grant's Band:



Questa invece risale al 2007, siamo al Festival Jazz di Pineto:



Per chiudere, ecco una versione solo audio ma molto rara, datata 1998, nei giorni che stava a Sanremo per esibirsi, Caputo ha improvvisato un miniconcertino per una radio privata e tra le canzoni suonate non poteva mancare "Mercy bocù":


L'angolo delle curiosità:

Questa canzone è ispirata da una storia che Caputo ha avuto con una certa Lavinia, ecco il suo racconto contenuto nel libro "Un sabato italiano memories": Io e Lavina ci vediamo quasi tutte le sere, ma non ho ancora fatto la mossa decisiva, nè son bene se dovrei farla mai.
Se aspetto ancora un po', diventeremo amici e allora addio sesso sfrenato.
Vive in un seminterrato di un palazzo in cui, cinque piani più su abitano i suoi.
Ogni tanto sparisce per giorni, poi riappare come se niente fosse, dolce come un fringuello, e allora andiamo a mangiare ,facciamo delle gite, andiamo a ballare e la gente nei posti ci tratta come una coppia, anche se tecnicamente non si può dire che lo siamo.
Lavina ha anche risvolti imprevedibili, e a volte diventa aggressiva e sgarbata, poi quando si accorge che mi sto arrabbiando e sto per piantarla lì, torna a tubare come una tortorella.
Una sera dopo una polemica assurda di cui non ricordo il motivo, mi porta nel suo seminterrato e lì facciamo l'amore. Lo fa in modo inaspettatamente rude, animalesco, non il mio genere. Vuole dirigere lei e poi vuol farlo al buio, mentre a me piace vedere tutto.
Poi ci addormentiamo lì, uno sopra l'altro, in quel suo letto singolo.
Mi sveglio in preda al panico, mi manca il respiro, è ancora notte, sto male e me ne devo andare.
Non so bene cosa sia andato storto, mi sento usato, forse sto proiettando su di lei qualche mia insicurezza, o forse il suo modo di fare mi ha rotto i coglioni e non ci posso fare niente.
Mi rivesto cercando di non fare rumore e apro piano piano la porta per uscire, e lei si sveglia e mi becca così, con le scapre in mano, come nei film. Mi volto a vedere i suoi occhi scuri e feriti che dallo spiraglio della porta mi guardano sparire nella luce al neon giù per il corridoio del palazzo, fra tubature, cavi elettrici e bidoni. Fuori strada, prendo un taxi al volo, ma poi mi viene voglia di fare due passi e mi faccio lasciare in centro, per schiarirmi le idee, a camminare così, solo a fumare e a guardare i negozi chiusi. Poi mi infilo nel lounge di un hotel e ci rimango per un bel po', a farmi coccolare dalle luci soffuse, dal chiacchiericcio sommesso, dal barman compiacente.
E poi, chissà a che ora, appena prima dell'alba, vado a casa e scrivo "Mercy bocù".

Per concludere andiamoci a sentire la versione remake del 2013 uscita nel disco "Un sabato italiano 30":








sabato 14 febbraio 2015

Un sabato italiano



Ecco la canzone perfetta, quella in cui tutto si incastra alla perfezione, musiche, arrangiamenti, testo.
Il pezzo è sicuramente il più famoso dell'intero canzoniere caputiano, una canzone senza tempo che non stanca mai.
La canzone si apre con un riff di fiati semplice e accattivante, poi il fetido cortile ricomincia a miagolare e il resto è storia!
Nell'angolo delle curiosità racconteremo come è nata questa canzone mentre ora, in merito all'arrangiamento della canzone, possiamo raccontare un aneddoto molto interessante che riguarda l'accompagnamento ritmico del pezzo.
Sergio Caputo si trovava negli studi di registrazione "Mammouth" e ha tenuto "Un sabato italiano" come ultima traccia da mixare, ma sentiamo il racconto direttamente da Caputo: Quando arriviamo a mixare "Un sabato italiano" provo ancora quella senzasione di fastidio che ho sentito anche mentre registravamo, il pezzo non "rotola" giusto, non è come me l'ero immaginato. Non so cosa sia, ma così non va. Alla fine capisco che è la batteria e infatti se la togliamo il pezzo rotola bene, appena la rimettiamo il pezzo zoppica. Certo non si può far uscire il brano che da il titolo all'album senza batteria, in radio non ce lo metterebbero mai. "Un sabato italiano" è uno swing lento, ma siccome abbiamo chiamato a suonare dei musicisti pop, l'andazzo ritmico risulta più accentato di come dovrebbe essere in un brano swing.
Dopo varie disquisizioni, decidiamo di tenerci lo studio un giorno in più e chiamiamo un batterista diverso per vedere che succede. Arriva, suona, ancora niente, lo stesso problema. Alla fine quando siamo disperati arriva per caso Derek Wilson, un batterista scozzese che si è stabilito in Italia. Lo mettiamo ai tamburi, e lui imbrocca subito l'andazzo giusto, e "Un sabato italiano" diventa così come lo hanno conosciuto tutti, un brano con feeling gioioso e fluido, dove la ritmica non è protagonista, ma serve solo di appoggio a una storia "d'amore e dinamite".





UN SABATO ITALIANO

 Il fetido cortile ricomincia a miagolare
L'umore quello tipico del sabato invernale
La radio mi pugnala con il festival dei fiori
Un'angelo al citofono mi dice vieni fuori

Giù in strada per fortuna sono ancora tutti vivi
L'oroscopo pronostica sviluppi decisivi
Guidiamo allegramente è quasi l'ora delle streghe
C'è un'aria formidabile le stelle sono accese

E sembra un sabato qualunque un sabato italiano
Il peggio sembra essere passato
La notte è un dirigibile che ci porta via lontano

Così ci avventuriamo nella Roma felliniana
Equilibristi in bilico sul fine settimana
E sulle immagini di sempre nei discorsi e nei pensieri
Dilaga anacronistica la musica di ieri

Malinconia latente nei momenti più felici
Abissi imperscrutabili le donne degli amici
E questa storia imprevedibile d'amore e dinamite
Mi rende tollerabile perfino la gastrite

E in questo sabato qualunque un sabato italiano
Il peggio sembra essere passato
La notte è un dirigibile che ci porta via lontano

e adesso navighiamo dentro un sogno planetario
il whisky mi ritorna su, divento letterario
ma perché non vai dal medico
e che ci vado a fare
non voglio mica smettere di bere e di fumare

E in questo sabato qualunque un sabato italiano
Il peggio sembra essere passato
La notte un dirigibile che ci porta via lontano

E in questo sabato qualunque un sabato italiano
Il peggio sembra essere passato
La notte è la variabile che ci porta via per mano

E questo sabato qualunque un sabato italiano
Il peggio sembra essere passato...

L'angolo degli accordi:

G6 E9 Am7 D7 G7+ E9 Am7 D7
   Am7                D7
Il fetido cortile ricomincia a miagolare
   G              D5+        G           E7
L'umore e' quello tipico del sabato invernale
   Am7                     D7
La radio mi pugnala con il festival dei fiori
   G           Em7       Am7         D7
Un angelo al citofono mi dice vieni fuori

          Am7                      D7
Giu' in strada per fortuna sono ancora tutti vivi
    G          D5+        G         E7
L'oroscopo pronostica sviluppi decisivi
     Am7                         D7
Guidiamo allegramente e' quasi l'ora delle streghe
        G          Em7        Am7          D7
C'e' un aria formidabile le stelle sono accese

            G         Em7        Am7        D7
E sembra un sabato qualunque, un sabato italiano
   G7+          Em7        Am7   Am6
Il peggio sembra essere passato  
   Bm                     Em           Am        D7
La notte e' un dirigibile che ci porta via    lontano

   Am7                       D7
Cosi' ci avventuriamo nella Roma felliniana
   G              D5+       G         E7
Equilibristi in bilico sul fine settimana
           Am                      D7
E sulle immagini di sempre nei discorsi e nei pensieri
   G          Em7        Am7       D7
Dilaga anacronistica la musica di ieri

     Am7                  D7
Malinconia latente nei momenti piu' felici
   G             E7        G            E7
Abissi imperscrutabili le donne degli amici
           Am                     D7
E questa storia imprevedibile d'amore e dinamite
    G          Em7        Am7        D7
Mi rende tollerabile perfino la gastrite

            G         Em7        Am7        D7
E in questo sabato qualunque, un sabato italiano
   G7           Em7        Am7   Am6
Il peggio sembra essere passato  
   Bm                     Em           Am        D7
La notte e' un dirigibile che ci porta via    lontano

G Em9 Em9 Am7 D6 D9m Bm7 E7 Am7 D6
    Am7                        D7
E adesso navighiamo dentro un sogno planetario
    G           D5+        G          E7
Il whisky mi ritorna su divento letterario
        Am                         D7
Ma perche' non vai dal medico, e che ci vado a fare
      G           Em7        Am7         D7
Non voglio mica smettere di bere e di fumare

            G         Em7        Am7        D7
E in questo sabato qualunque, un sabato italiano
   G7           Em7        Am7   Am6
Il peggio sembra essere passato  
   Bm                     Em           Am        D7
La notte e' un dirigibile che ci porta via    lontano
 
 
L'angolo dei video:
 
Ecco il video di "Un sabato italiano",
andato in onda durante la trasmissione "Mr. Fantasy":
 
 
 
 L'angolo dei live:
 
Iniziamo la carrellata dei live con un file audio risalente al 1987, anno di
pubblicazione del primo live ufficiale di Caputo:
"Ne approfito per fare un po' di musica":

 


 
Questo invece viene dal secondo live ufficiale della discografia di Caputo:
"La notte è un pazzo con le meches", datato 2010:
 

 
 
 


 
 
 
 Ora godiamoci altri live però col supporto video.
Il primo è un live molto particolare, improvvisato
dentro una libreria parigina per promuovere il libro
"Un sabato italiano memories":
 
 
 
Il secondo è tratto invece dal tour del 2013 con cui ha festeggiato
il trentennale dell'album "Un sabato italiano":
 
 
 
 
 
L'angolo del tutorial:

Il primo tutorial è dello stesso Sergio Caputo,
che ci spiega come suonare "Un sabato italiano":


 
 
Il secondo è invece inerente la linea di basso:
 
 











L'angolo delle curiosità:
 
Sergio Caputo ci parla di come è nata "Un sabato italiano": In questi giorno sono molto irrequieto. Non so come, ho ricominciato a scrivere canzoni, mi stanno venendo delle melodie che si arrampicano su per scale cromatiche come fossero degli assoli di sax e mi chiedo se riuscirò a scriverci sopra dei testi, visto che ad ogni nota dovrebbe corrispondere una sillaba, e l'accento della parola dovrebbe cadere sul "battere". E insomma è una sera di un sabato qualunque, di quelle che abbiamo deciso di non uscire perché tanto in giro c'è troppo casino...sono solo nella mia stanza, ho in mano la chitarra e sto strimpellando distrattamente un pezzo ancora senza parola che ho scritto giorni fa, un pezzo un po' malinconico, ma di quella malinconia che fa stare bene e svuota la mente da brutti pensieri. Vorrei raccontarci sopra la storia delle serate in giro per la mia Roma con gli amici, con le ragazze e la musica di Glenn Miller nel mangianastri.
Provo a concentrarmi e a iniziare a scrivere le parole ma non c'è niente da fare perché su dal cortile arriva un miagolio insistente, fastidioso, sembra che tutti i gatti del quartiere si siano dati appuntamento qui sotto stasera, per non farmi scrivere questa canzone.... Mi affaccio alla finestra, è una sera piovosa che sembra inverno, c'è qualche finestra illuminata e una radio che sputa fuori musicaccia commerciale. Resto lì a soffiare nuvolette di fumo che si perdono nel cielo scuro...
"Il fetido cortile ricomincia a miagolare" declamo in tono teatrale alla Vittorio Gassman, e mi accorgo che la metrica è proprio quella del pezzo che sto strimpellando; così vado avanti, e mi ritrovo un'ora dopo che ho riempito sette pagine del mio notes con versi, ma sul più bello suona il citofono e arrivederci: sono Rino e Gregory.
Il giorno dopo mi sveglio tardi, troppo tardi per andare dai miei. Mi gira la testa, accendo subito una sigaretta e cerco di riappiccicare fra loro frammenti di memoria della notte appena passata, come fossero i pezzi di uno specchio rotto.
Non ho idea di come sia riuscito a tornare a casa. Devo aver fatto tardi, tardissimo, c'è un bicchiere con dentro un dito di whisky, mozziconi puzzolenti di sigaretta e in giro pezzi di carta appallottolati. Vedo che ho usato il registratorino a pile, la mia chitarra è buttata lì accanto al letto e il blocchetto di appunti è pieno di scarabocchi nuovi, la mia scrittura quasi illeggibile...Sbuffando mando il nastro un po' indietro e schiaccio play, preparato a sentire grugniti da ubriaco e mugugni incomprensibili.
E "Un sabato italiano" è lì, praticamente fatta, dall'inzio alla fine, compreso il riff di fiati.

Per concludere sentiamoci il remake della canzone, contenuto nel disco "Un sabato italiano 30":

 
 

giovedì 12 febbraio 2015

Cimici e bromuro



La quinta traccia dell'album "Un sabato italiano" ci permette di rilassarci e tirare il fiato dopo esser stati travolti dallo swing-jazz contagiante e spumeggiante di Caputo, "Cimici e bromuro" è infatti una delicata ballata acustica dove l'arrangiamento è volutamente ridotto al minimo.
Il testo è ispirato alle disavventure di Sergio durante i controlli militari per verificare se poteva essere arruolato nell'esercito o riformato, ma di questo parleremo nell'angolo delle curiosità.
La canzone è molto amata dai suoi fan, che la richiedono a gran voce nei suoi concerti, e inutile dirlo ne conoscono a memoria le parole.
Allora caliamoci anche noi "nella notte radioattiva" e sentiamoci questa bella canzone:




CIMICI E BROMURO

Bibbi grandi occhi
occhi sempre pronti alla deriva,
gatti che svaniscono leggeri
nella notte radioattiva. Ehi.

Bibbi guarda guarda, guarda
che mi tocca sopportare
sbarre alle finestre
cimici e bromuro
questa qui è la neuro militare.

Non ho niente da fare, leggo le poesie
graffiate sopra i muri scalcinati
facce da soldati scoglionati
aspettano i parenti nel cortile.

Nel cortile non ci voglio andare
fa caldo e non mi va di bazzicare suore, nere,
meglio stare chiusi in una stanza, qui a fumare
ad ammazzare le zanzare. E che zanzare!

Bibbi fu davanti al mare
che ti confessai "non so nuotare"
tutta quella gente
e adesso sono solo, solo
ed ho paura d'affondare.

D'affondare
dentro questa stanza, oscura
come il bisbigliare dei dottori,
oltre quelle sbarre c'è una notte così bella,
Bibbi grandi occhi devo uscirne fuori.
E non so come, ma ti giuro che uscirò di qui,
solo un brutto sogno da dimenticare,
con in tasca le prove della nostra santità
sarà bello camminare ancora per le strade.

L'angolo degli accordi:

Intro: Do-Fa7+-Do-Fa7+-Sol-Do-Fa7+-Do-Fa7-Sol-Mib5+

Do     Fa7+   Do
Bibbi grandi occhi
Fa7+               Sol
occhi sempre pronti alla deriva
                    Do Fa7+ Do
gatti che svaniscono leggeri
 Fa7+  Sol                     Mib5+
nella notte radioattiva. Ehi.
Do      Fa7+   Do        Fa7+
Bibbi guarda guarda, guarda
            Sol
che mi tocca sopportare
                  Do
sbarre alle finestre
     Fa7+ Do
cimici e bromuro
 Fa7+               Do     Sol
questa qui è la neuro militare.
                             Do
Non ho niente da fare, leggo le poesie
                          Fa
graffiate sopra i muri scalcinati
                   Re
facce da soldati scoglionati
                   Sol
aspettano i parenti nel cortile.
           Do             Fa7+   Do
Nel cortile non ci voglio andare
     Fa7+                Sol
fa caldo e non mi va di bazzicare suore, nere,
                     Do                Fa7+             Do
meglio stare chiusi in una stanza, qui a fumare
     Fa7+  Sol
ad ammazzare le zanzare. E che zanzare!
Do
Bibbi fu davanti al mare
                  Fa
che ti confessai "non so nuotare"
                   Re
tutta quella gente

e adesso sono solo, solo
          Sol
ed ho paura d'affondare.
            Re*
D'affondare

dentro questa stanza, oscura
                     La
come il bisbigliare dei dottori,
                   Re
oltre quelle sbarre c'è una notte così bella,
                      La
Bibbi grandi occhi devo uscirne fuori.
                                   Re
E non so come, ma ti giuro che uscirò di qui,
                       Sol
solo un brutto sogno da dimenticare,
                        Mi
con in tasca le prove della nostra santità
                     La
sarà bello camminare ancora per le strade.

Re- La-Re-La (Dissolvenza)

* Nelle versioni live Caputo in questo punto non alza di una tonalità la canzone passando al Re ma continua in Do

L'angolo live:

Quasi sempre nei suoi live Caputo esegue questa canzone senza band, visto che si presta molto bene ad una interpretazione solo voce e chitarra, gustiamoci allora la performance di "Cimici e Bromuro", direttamente dal The Place di Roma, anno 2009:



L'angolo delle curiosità:

La canzone "Cimici e bromuro" fu ispirata alle vicissitudini di Sergio in ambito militare, aveva infatti da poco ricevuto la chiamata alle armi e di arruolarsi nell'esercito proprio non voleva.
Ecco il racconto di Sergio: "Si avvicinava il giorno in cui dovevo presentarmi all'ospedale del Celio per essere esaminato e il rischio che mi spediscano in caserma ad Ascoli esiste ed è molto concreto, così ricomincio a cadere nella disperazione più cupa, faccio allora una visita dallo psichiatra che mi ha già visitato una volta, prescrivendomi dei farmaci per questa mia agitazione "pre-chiamata all'esercito".
Dopo i miei racconti lo psichiatra mi dice: "Lei il militare non lo può fare, in caserma non ci può tornare, se ci torna le cose sono due, o ammazza qualcuno o entra in uno stato di forte depressione".
Arriva il giorno e la mia fidanzata Bibbi mi scarica a cinquanta metri dall'ospedale militare del Celio.
Mi avvio con il mio zainetto all'ingresso dell'ospedale, faccio vedere le mie carte al militare in portineria e dopo un po' arrivano altri due soldati a prendermi.
"Dove andiamo?" Chiedo impaziente, la situazione non mi piace affatto, "alla neuro" è la risposta di uno. Questa storia della neuro non me l'aveva detta nessuno. Sferragliare di serrature e catenacci, poi la porta si apre di qualche centimetro e la testa di una suora dall'apparente età di duecento anni appare allo spiraglio. Dalla scala arrivano urla e rumori lontani di roba metallica che rimbalza violentemente contro il muro, poi eco di porte sbattute. La suora che zoppica in modo vistoso mi fa segno di seguirla.
Pochi minuti dopo sono da solo in una stanzona squallida dai muri verdolini e scalcinati con due brandine, un lavandino, soffitto alto sei metri e una finestra, sulla quale è impossibile non notare subito le grosse sbarre. C'è un inconfondibile pungente odore di disinfettante misto a quello di feci e orina.
Mi siedo sul letto, apro lo zaino, strano che non me l'abbiano tolto, potrei avere un coltello, droga, qualunque cosa.... mi metto un po' di gocce di Lexotan sotto la lingua, mi accendo una Lucky e cerco di capire dove minchia sono finito. Mi sdraio a fissare il soffitto lontano. Resterò così per tre giorni.
La neuro della Celio ospita ragazzi che durante il servizio militare sono stati classificati: 1) Pazzi violenti o con gravi disturbi nervosi o psicomotori, 2) tossicodipendenti, 3) Gay.
La neuro è isolata dall'esterno tramite porte corazzate , ma all'interno non esistono serrature, tutte le stanze sono aperte e gli ospiti sono più o meno abbandonati a se stessi e possono circolare a loro piacimento giorno e notte, tranne negli orari di visite mediche.
Ciò significa che non puoi chiudere occhio, o se lo fai è a tuo rischio e pericolo.
Un paio d'ore dopo il mio arrivo entrano due ufficiali medici a vedermi e mi spiegano che devo restare alcuni giorni in osservazione e poi mi faranno la visita vera e propria.
Ci sono cimici a spasso sui muri, e la notte le si sente ronzare come motorette.
Il tempo passa ma non si capisce come, nè quanto velocemente.
A lavarmi qui dentro non ci penso neanche, i bagni non hanno serrature e sono lerci comunque. Al massimo mi avventuro tre o quattro passi nel corridodio e se devo andare al bagno mi porto lo zaino e tutto. Quando finalmente mi fanno la visita sono ridotto in un tale stato di lerciume, stress. depressione e insonnia che, dopo aver esaminato i miei certificati e le mie ricette mediche, mi danno altri sessanta giorni di convalescenza pur di levarmi di torno".

Sentiamoci ora la versione remake contenuta nell'album "Un sabato italiano 30":






Per concludere ecco una bella versione con armonica a bocca e chitarra inserita nell'album "A tu per tu" uscito nel 2006: