"Io e Rino" è la seconda traccia dell'album "Un sabato italiano", brano frizzante e allegro che si apre con un piano stile "saloon" che ci fa battere subito il ritmo con il piede.
La canzone è ispirata alle vere scorribande di Sergio e Rino (Alias Riccardo Rinetti) nella "movida" romana di quegli anni, dove le ore venivano scandite a colpi di pinte di birra ("E una birra di qua e una birra di là e la sera se ne va...").
Le serate, ma sarebbe più giusto dire nottate, erano ovviamente all'insegna del "rimorchio" ("Grandi imprese & amori fallimentari, assi del mordi e fuggi in circostanze particolari...").
Sergio non manca di creare anche in quest'occasione versi surreali, simpatici e originali: ("Persi nella metropoli effetto notte americana, ammazziamo la solitudine affascinati dal panorama").
Nella foto in alto vediamo proprio Rino, con un Sergio super capellone sulle sue spalle.
Nella foto in alto vediamo proprio Rino, con un Sergio super capellone sulle sue spalle.
IO E RINO
Io e Rino
barbe finte, occhiali scuri ce ne andiamo
lungo i salici inconcludenti
di un tramonto stile Hollywoodiano
Via delle comiche finali incrocio viale degli orrori
ed è una vaga tristezza quella che ci prende dentro e fuori.
Io e Rino
in evidente stato confusionale
ci muoviamo voluminosi in uno spazio bidimensionale
vittime di un complotto finanziato dalla notte oscura
con la banda dei cuori infranti che ci fa premura.
E una birra di qua
e una birra di là
e la sera se ne va
e pensiamo di noi ...che sarà
Se la gente di qui
si avvilisce così
e ci tratta da ragazzini
è perché alla TV
non guarda i film
su New York City.
Io e Rino
giovani marmotte dell'alienazione
ci spostiamo in automobili carrozzate dissociazione
abili venditori di brutture cittadine
a chiunque ci chieda consulenze malandrine.
Io e Rino
Grandi Imprese & Amori Fallimentari
assi del "mordi e fuggi" in circostanze particolari
persi nella metropoli effetto notte americana
ammazziamo la solitudine
affascinati dal panorama E una birra di qua
e una birra di là
e la sera se ne va
e pensiamo di noi ...che sarà
Se la gente di qui
si avvilisce così
e ci tratta da ragazzini
è perché alla TV
non guarda i film
su New York City.
Se la gente di qui
si avvilisce così
e ci tratta da ragazzini
è perché alla TV
non guarda i film
su New York City.
L'angolo degli accordi:
Intro: Re-Sol-Mi-La
Re
Io e Rino
barbe finte
Sol
occhiali scuri ce ne andiamo
Re
lungo i salici inconcludenti
Sol
di un tramonto stile Hollywoodiano
Mi La
Via delle comiche finali incrocio viale degli orrori
Mi La
ed è una vaga tristezza quella che ci prende dentro e fuori.
Re
Io e Rino
Sol
in evidente stato confusionale
Re Sol
ci muoviamo voluminosi in uno spazio bidimensionale
Mi La
vittime di un complotto finanziato dalla notte oscura
Mi La
con la banda dei cuori infranti che ci fa premura.
Re
E una birra di qua
e una birra di là
Sol
e la sera se ne va
Mi La
e pensiamo di noi ...che sarà
Re
Se la gente di qui
si avvilisce così
Sol
e ci tratta da ragazzini
Mi
è perché alla TV
non guarda i film
La
su New York City.
Re-Sol-Mi-La (2 volte)
Re
Io e Rino
Sol
giovani marmotte dell'alienazione
Re Sol
ci spostiamo in automobili carrozzate dissociazione
Mi La
abili venditori di brutture cittadine
Mi La
a chiunque ci chieda consulenze malandrine.
Re
Io e Rino
Sol
Grandi Imprese & Amori Fallimentari
Re Sol
assi del "mordi e fuggi" in circostanze particolari
Mi La
persi nella metropoli effetto notte americana
Mi
ammazziamo la solitudine
La
affascinati dal panorama
Re
E una birra di qua
e una birra di là
Sol
e la sera se ne va
e la sera se ne va
Mi La
e pensiamo di noi ...che sarà
e pensiamo di noi ...che sarà
Re
Se la gente di qui
Se la gente di qui
si avvilisce così
Sol
e ci tratta da ragazzini
e ci tratta da ragazzini
Mi
è perché alla TV
è perché alla TV
non guarda i film
La
su New York City
Re
E una birra di qua
su New York City
Re
E una birra di qua
e una birra di là
Sol
e la sera se ne va
e la sera se ne va
Mi La
e pensiamo di noi ...che sarà
e pensiamo di noi ...che sarà
Re
Se la gente di qui
Se la gente di qui
si avvilisce così
Sol
e ci tratta da ragazzini
e ci tratta da ragazzini
Mi
è perché alla TV
è perché alla TV
non guarda i film
La
su New York City
si avvilisce così
non guarda i film
su New York City
Re
Se la gente di qui
Se la gente di qui
si avvilisce così
Sol
e ci tratta da ragazzini
e ci tratta da ragazzini
Mi
è perché alla TV
è perché alla TV
non guarda i film
La Lab La Re
Il secondo live è invece una performance fatta al locale "The Place" di Roma, insieme ad Antonio Pascuzzo, leader del gruppo Rosso Antico:
Il terzo video vede un'altra collaborazione, Sergio infatti suona la canzone insieme alla "Mister Grant's Band":
In questo video Caputo interpreta la canzone da solo, senza band:
L'angolo delle curiosità:
su New York City
L'angolo dei video:
Il primo video che vediamo è tratto dalla trasmissione "Mr Fantasy":
Il secondo è invece una esibizione in playback ad una trasmissione televisiva:
L'angolo Live:
Il primo "live" è tratto dal bootleg ufficiale "La notte è un pazzo con le meches" uscito nel 2009 e si segnala per essere il secondo "live" ufficiale del cantante dopo "Ne approfitto per fare un po' di musica" uscito 22 anni prima nel 1987:
Il secondo live è invece una performance fatta al locale "The Place" di Roma, insieme ad Antonio Pascuzzo, leader del gruppo Rosso Antico:
In questo video Caputo interpreta la canzone da solo, senza band:
Chiudiamo la carrellata dei live con una esibizione solo audio di "Io e Rino", eseguita solo chitarra acustica e voce:
L'angolo delle curiosità:
I video delle canzoni contenute in "Un sabato italiano", vengono girati agli studi della DEAR FILM sulla Nomentana a Roma.
Ecco direttamente Caputo che ci racconta: "Abbiamo un intero studio di quelli tipo Cinecittà solo per noi. Abbiamo due registi, una trentina di comparse, un corpo di ballo, una coreografa, una costumista e truccatrici varie. Mi hanno dato un camerino da superstar, con frigo, Tv, divano e guardaroba. Oltre a tutta la gente sopra descritta ci sono praticamente tutti i miei amici, Gregory, Giulia e perfino zia Wally (La macchina vintage di Sergio).
Ultimamente sono tutti fissati con Star Wars, l'idea è quindi di ricreare una specie di casinò del futuro dove impazzano videogiochi d'azzardo e indovina chi c'è sul palco a intrattenere i giocatori col suo swing elettronico? Ma io naturalmente, spalleggiato da una big band che suona strumenti ipertecnologici fatti di plexiglass.
La cosa migliore sarebbe ora di registrare tutti i playback da varie angolazioni (dopotutto è la mia faccia quella che deve rimanere impressa alla gente, il resto è solo fuffa di contorno), e poi girare le parti specifiche per ogni pezzo con la storia del video, controcampi, le comparse, le coreografie e tutto l'ambaradam.
Per qualche motivo ciò non accade, i registi si appartano in continuazione a confabulare, che i confabulamenti siano inerenti al video non ci giurerei, poi tornano, danno indicazioni alla troupe, spesso capita che facciamo un pezzo di playback di un brano, poi di colpo ci fermiamo e mi chiedono di girare qualche scena di un altro brano. Comincio ad innervosirmi. A volte parte la musica a metà canzone, e non ho idea a che punto del pezzo ci troviamo, così il labiale va a puttane e bisogna rifarlo.
Non mi spiegano se mi stanno riprendendo in primo piano o in totale, così non so come muovermi ne dove guardare. Sembra tutto un gran casino, sono a disagio e tento di spiegarmi, ma nessuno mi caga, pare siano tutti occupati a fare altro ed è come se io fossi uno che si trova lì per caso e non il protagonista di tutto ciò.
Alla fine mi parte la brocca, e faccio la prima scenata da pop-star della mia vita, abbandonando il set e urlando a pieni polmoni: <Qui non si capisce un cazzooooo! Io non riesco a fare una minchia in questo cazzo di modo!!! Vaffanculooooo!!!> e me ne scappo in camerino. Mi sdraio sul divano ansimando, sono inferocito...mi ci vorrebbe una canna lunga un metro e un litro di whisky. Per chi diavolo mi hanno preso, penso, per una marionetta che possono manovrare come gli pare?
Dopo un po' sento bussare alla porta, è Rino. Si siede davanti a me, visibilmente a disagio.
Mi dice che ho ragione, ma di non mandare tutto all'aria e che giù mi stanno tutti aspettando.
Così dopo un po' torno sul set e adesso il clima è ben diverso.
Il regista mi spiega la scena che devo girare e come mi stanno riprendendo e così tutto comincia a funzionare. Le scenata da pop-star a volte servono!
Le mie sofferenze sul set vengono premiate: a sere alterne riesco a portarmi a casa le mie agognate ballerine e questo mi ripaga di tutta la fatica e il malumore. Tento anche di sedurre la coreografa nel mio camerino, c'è venuta spontaneamente e ce l'ho già lì sdraiata sul divano, sinuosa e languida e più mediterranea che mai. Sta per accadere l'ineluttabile, ma all'improvviso mi confessa di essere lesbica e di non essere mai stata con un uomo. <Non dirlo a nessuno ti prego>, mi supplica, <Prometto>, dichiaro solennemente".
Chiudiamo il post con la versione remake della canzone pubblicata nel disco che festeggia il trentennale di "Un sabato italiano":
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