venerdì 23 gennaio 2015

Io e Rino



"Io e Rino" è la seconda traccia dell'album "Un sabato italiano", brano frizzante e allegro che si apre con un piano stile "saloon" che ci fa battere subito il ritmo con il piede.
La canzone è ispirata alle vere scorribande di Sergio e Rino (Alias Riccardo Rinetti) nella "movida" romana di quegli anni, dove le ore venivano scandite a colpi di pinte di birra ("E una birra di qua e una birra di là e la sera se ne va...").
Le serate, ma sarebbe più giusto dire nottate, erano ovviamente all'insegna del "rimorchio" ("Grandi imprese & amori fallimentari, assi del mordi e fuggi in circostanze particolari...").
Sergio non manca di creare anche in quest'occasione versi surreali, simpatici e originali: ("Persi nella metropoli effetto notte americana, ammazziamo la solitudine affascinati dal panorama").
Nella foto in alto vediamo proprio Rino, con un Sergio super capellone sulle sue spalle.






IO E RINO

Io e Rino 
barbe finte, occhiali scuri ce ne andiamo 
lungo i salici inconcludenti 
di un tramonto stile Hollywoodiano 
Via delle comiche finali incrocio viale degli orrori
ed è una vaga tristezza quella che ci prende dentro e fuori. 

Io e Rino 
in evidente stato confusionale 
ci muoviamo voluminosi in uno spazio bidimensionale 
vittime di un complotto finanziato dalla notte oscura
con la banda dei cuori infranti che ci fa premura. 

E una birra di qua 
e una birra di là 
e la sera se ne va 
e pensiamo di noi ...che sarà 
Se la gente di qui 
si avvilisce così 
e ci tratta da ragazzini 
è perché alla TV 
non guarda i film 
su New York City. 

Io e Rino 
giovani marmotte dell'alienazione 
ci spostiamo in automobili carrozzate dissociazione 
abili venditori di brutture cittadine 
a chiunque ci chieda consulenze malandrine. 

Io e Rino 
Grandi Imprese & Amori Fallimentari 
assi del "mordi e fuggi" in circostanze particolari 
persi nella metropoli effetto notte americana 
ammazziamo la solitudine 
affascinati dal panorama 
E una birra di qua 
e una birra di là 
e la sera se ne va 
e pensiamo di noi ...che sarà 
Se la gente di qui 
si avvilisce così 
e ci tratta da ragazzini 
è perché alla TV 
non guarda i film 
su New York City. 

Se la gente di qui 
si avvilisce così 
e ci tratta da ragazzini 
è perché alla TV 
non guarda i film 
su New York City.  


L'angolo degli accordi:

Intro: Re-Sol-Mi-La 

Re
Io e Rino
                    
barbe finte

Sol
occhiali scuri ce ne andiamo
            Re
lungo i salici inconcludenti

             Sol 
di un tramonto stile Hollywoodiano 

Mi                                 La
Via delle comiche finali incrocio viale degli orrori

               Mi                                                   La 
ed è una vaga tristezza quella che ci prende dentro e fuori. 
Re
Io e Rino

                  Sol 
in evidente stato confusionale 

          Re                                    Sol
ci muoviamo voluminosi in uno spazio bidimensionale

Mi                                          La 
vittime di un complotto finanziato dalla notte oscura

          Mi                                            La
con la banda dei cuori infranti che ci fa premura. 
          Re
E una birra di qua 


e una birra di là

       Sol 
e la sera se ne va 

        Mi                          La
e pensiamo di noi ...che sarà 

        Re
Se la gente di qui 


si avvilisce così

      Sol 
e ci tratta da ragazzini 

        Mi
è perché alla TV 


non guarda i film

     La 
su New York City. 


Re-Sol-Mi-La (2 volte)

Re
Io e Rino 

                  Sol
giovani marmotte dell'alienazione

          Re                                    Sol 
ci spostiamo in automobili carrozzate dissociazione 

Mi                            La
abili venditori di brutture cittadine 

       Mi                                        La
a chiunque ci chieda consulenze malandrine. 
Re
Io e Rino 

                            Sol
Grandi Imprese & Amori Fallimentari 

Re                                            Sol
assi del "mordi e fuggi" in circostanze particolari 

Mi                                         La
persi nella metropoli effetto notte americana

Mi 
ammazziamo la solitudine

          La 
affascinati dal panorama 
Re

E una birra di qua
 
e una birra di là
       Sol 
e la sera se ne va
        Mi                           La 
e pensiamo di noi ...che sarà
        Re 
Se la gente di qui
 
si avvilisce così
      Sol 
e ci tratta da ragazzini
        Mi 
è perché alla TV
 
non guarda i film
     La 
su New York City
          Re
E una birra di qua
 
e una birra di là
       Sol 
e la sera se ne va
        Mi                           La 
e pensiamo di noi ...che sarà
        Re 
Se la gente di qui
 
si avvilisce così
       Sol 
e ci tratta da ragazzini
        Mi 
è perché alla TV
 
non guarda i film
     La 
su New York City

        Re 
Se la gente di qui
 
si avvilisce così
       Sol 
e ci tratta da ragazzini
        Mi 
è perché alla TV
 
non guarda i film
     La                   Lab La Re 
su New York City

L'angolo dei video:

Il primo video che vediamo è tratto dalla trasmissione "Mr Fantasy":



Il secondo è invece una esibizione in playback ad una trasmissione televisiva:




L'angolo Live:

Il primo "live" è tratto dal bootleg ufficiale "La notte è un pazzo con le meches" uscito nel 2009 e si segnala per essere il secondo "live" ufficiale del cantante dopo "Ne approfitto per fare un po' di musica" uscito 22 anni prima nel 1987:













Il secondo live è invece una performance fatta al locale "The Place" di Roma, insieme ad Antonio Pascuzzo, leader del gruppo Rosso Antico:






Il terzo video vede un'altra collaborazione, Sergio infatti suona la canzone insieme alla "Mister Grant's Band":








In questo video Caputo interpreta la canzone da solo, senza band:



Chiudiamo la carrellata dei live con una esibizione solo audio di "Io e Rino", eseguita solo chitarra acustica e voce:





L'angolo delle curiosità:

I video delle canzoni contenute in "Un sabato italiano", vengono girati agli studi della DEAR FILM sulla Nomentana a Roma.
Ecco direttamente Caputo che ci racconta: "Abbiamo un intero studio di quelli tipo Cinecittà solo per noi. Abbiamo due registi, una trentina di comparse, un corpo di ballo, una coreografa, una costumista e truccatrici varie. Mi hanno dato un camerino da superstar, con frigo, Tv, divano e guardaroba. Oltre a tutta la gente sopra descritta ci sono praticamente tutti i miei amici, Gregory, Giulia e perfino zia Wally (La macchina vintage di Sergio).
Ultimamente sono tutti fissati con Star Wars, l'idea è quindi di ricreare una specie di casinò del futuro dove impazzano videogiochi d'azzardo e indovina chi c'è sul palco a intrattenere i giocatori col suo swing elettronico? Ma io naturalmente, spalleggiato da una big band che suona strumenti ipertecnologici fatti di plexiglass.
La cosa migliore sarebbe ora di registrare tutti i playback da varie angolazioni (dopotutto è la mia faccia quella che deve rimanere impressa alla gente, il resto è solo fuffa di contorno), e poi girare le parti specifiche per ogni pezzo con la storia del video, controcampi, le comparse, le coreografie e tutto l'ambaradam.
Per qualche motivo ciò non accade, i registi si appartano in continuazione a confabulare, che i confabulamenti siano inerenti al video non ci giurerei, poi tornano, danno indicazioni alla troupe, spesso capita che facciamo un pezzo di playback di un brano, poi di colpo ci fermiamo e mi chiedono di girare qualche scena di un altro brano. Comincio ad innervosirmi. A volte parte la musica a metà canzone, e non ho idea a che punto del pezzo ci troviamo, così il labiale va a puttane e bisogna rifarlo.
Non mi spiegano se mi stanno riprendendo in primo piano o in totale, così non so come muovermi ne dove guardare. Sembra tutto un gran casino, sono a disagio e tento di spiegarmi, ma nessuno mi caga, pare siano tutti occupati a fare altro ed è come se io fossi uno che si trova lì per caso e non il protagonista di tutto ciò.
Alla fine mi parte la brocca, e faccio la prima scenata da pop-star della mia vita, abbandonando il set e urlando a pieni polmoni: <Qui non si capisce un cazzooooo! Io non riesco a fare una minchia in questo cazzo di modo!!! Vaffanculooooo!!!> e me ne scappo in camerino. Mi sdraio sul divano ansimando, sono inferocito...mi ci vorrebbe una canna lunga un metro e un litro di whisky. Per chi diavolo mi hanno preso, penso, per una marionetta che possono manovrare come gli pare?
Dopo un po' sento bussare alla porta, è Rino. Si siede davanti a me, visibilmente a disagio.
Mi dice che ho ragione, ma di non mandare tutto all'aria e che giù mi stanno tutti aspettando.
Così dopo un po' torno sul set e adesso il clima è ben diverso.
Il regista mi spiega la scena che devo girare e come mi stanno riprendendo e così tutto comincia a funzionare. Le scenata da pop-star a volte servono!
Le mie sofferenze sul set vengono premiate: a sere alterne riesco a portarmi a casa le mie agognate ballerine e questo mi ripaga di tutta la fatica e il malumore. Tento anche di sedurre la coreografa nel mio camerino, c'è venuta spontaneamente e ce l'ho già lì sdraiata sul divano, sinuosa e languida e più mediterranea che mai. Sta per accadere l'ineluttabile, ma all'improvviso mi confessa di essere lesbica e di non essere mai stata con un uomo. <Non dirlo a nessuno ti prego>, mi supplica, <Prometto>, dichiaro solennemente".
Chiudiamo il post con la versione remake della canzone pubblicata nel disco che festeggia il trentennale di "Un sabato italiano":


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