sabato 14 febbraio 2015

Un sabato italiano



Ecco la canzone perfetta, quella in cui tutto si incastra alla perfezione, musiche, arrangiamenti, testo.
Il pezzo è sicuramente il più famoso dell'intero canzoniere caputiano, una canzone senza tempo che non stanca mai.
La canzone si apre con un riff di fiati semplice e accattivante, poi il fetido cortile ricomincia a miagolare e il resto è storia!
Nell'angolo delle curiosità racconteremo come è nata questa canzone mentre ora, in merito all'arrangiamento della canzone, possiamo raccontare un aneddoto molto interessante che riguarda l'accompagnamento ritmico del pezzo.
Sergio Caputo si trovava negli studi di registrazione "Mammouth" e ha tenuto "Un sabato italiano" come ultima traccia da mixare, ma sentiamo il racconto direttamente da Caputo: Quando arriviamo a mixare "Un sabato italiano" provo ancora quella senzasione di fastidio che ho sentito anche mentre registravamo, il pezzo non "rotola" giusto, non è come me l'ero immaginato. Non so cosa sia, ma così non va. Alla fine capisco che è la batteria e infatti se la togliamo il pezzo rotola bene, appena la rimettiamo il pezzo zoppica. Certo non si può far uscire il brano che da il titolo all'album senza batteria, in radio non ce lo metterebbero mai. "Un sabato italiano" è uno swing lento, ma siccome abbiamo chiamato a suonare dei musicisti pop, l'andazzo ritmico risulta più accentato di come dovrebbe essere in un brano swing.
Dopo varie disquisizioni, decidiamo di tenerci lo studio un giorno in più e chiamiamo un batterista diverso per vedere che succede. Arriva, suona, ancora niente, lo stesso problema. Alla fine quando siamo disperati arriva per caso Derek Wilson, un batterista scozzese che si è stabilito in Italia. Lo mettiamo ai tamburi, e lui imbrocca subito l'andazzo giusto, e "Un sabato italiano" diventa così come lo hanno conosciuto tutti, un brano con feeling gioioso e fluido, dove la ritmica non è protagonista, ma serve solo di appoggio a una storia "d'amore e dinamite".





UN SABATO ITALIANO

 Il fetido cortile ricomincia a miagolare
L'umore quello tipico del sabato invernale
La radio mi pugnala con il festival dei fiori
Un'angelo al citofono mi dice vieni fuori

Giù in strada per fortuna sono ancora tutti vivi
L'oroscopo pronostica sviluppi decisivi
Guidiamo allegramente è quasi l'ora delle streghe
C'è un'aria formidabile le stelle sono accese

E sembra un sabato qualunque un sabato italiano
Il peggio sembra essere passato
La notte è un dirigibile che ci porta via lontano

Così ci avventuriamo nella Roma felliniana
Equilibristi in bilico sul fine settimana
E sulle immagini di sempre nei discorsi e nei pensieri
Dilaga anacronistica la musica di ieri

Malinconia latente nei momenti più felici
Abissi imperscrutabili le donne degli amici
E questa storia imprevedibile d'amore e dinamite
Mi rende tollerabile perfino la gastrite

E in questo sabato qualunque un sabato italiano
Il peggio sembra essere passato
La notte è un dirigibile che ci porta via lontano

e adesso navighiamo dentro un sogno planetario
il whisky mi ritorna su, divento letterario
ma perché non vai dal medico
e che ci vado a fare
non voglio mica smettere di bere e di fumare

E in questo sabato qualunque un sabato italiano
Il peggio sembra essere passato
La notte un dirigibile che ci porta via lontano

E in questo sabato qualunque un sabato italiano
Il peggio sembra essere passato
La notte è la variabile che ci porta via per mano

E questo sabato qualunque un sabato italiano
Il peggio sembra essere passato...

L'angolo degli accordi:

G6 E9 Am7 D7 G7+ E9 Am7 D7
   Am7                D7
Il fetido cortile ricomincia a miagolare
   G              D5+        G           E7
L'umore e' quello tipico del sabato invernale
   Am7                     D7
La radio mi pugnala con il festival dei fiori
   G           Em7       Am7         D7
Un angelo al citofono mi dice vieni fuori

          Am7                      D7
Giu' in strada per fortuna sono ancora tutti vivi
    G          D5+        G         E7
L'oroscopo pronostica sviluppi decisivi
     Am7                         D7
Guidiamo allegramente e' quasi l'ora delle streghe
        G          Em7        Am7          D7
C'e' un aria formidabile le stelle sono accese

            G         Em7        Am7        D7
E sembra un sabato qualunque, un sabato italiano
   G7+          Em7        Am7   Am6
Il peggio sembra essere passato  
   Bm                     Em           Am        D7
La notte e' un dirigibile che ci porta via    lontano

   Am7                       D7
Cosi' ci avventuriamo nella Roma felliniana
   G              D5+       G         E7
Equilibristi in bilico sul fine settimana
           Am                      D7
E sulle immagini di sempre nei discorsi e nei pensieri
   G          Em7        Am7       D7
Dilaga anacronistica la musica di ieri

     Am7                  D7
Malinconia latente nei momenti piu' felici
   G             E7        G            E7
Abissi imperscrutabili le donne degli amici
           Am                     D7
E questa storia imprevedibile d'amore e dinamite
    G          Em7        Am7        D7
Mi rende tollerabile perfino la gastrite

            G         Em7        Am7        D7
E in questo sabato qualunque, un sabato italiano
   G7           Em7        Am7   Am6
Il peggio sembra essere passato  
   Bm                     Em           Am        D7
La notte e' un dirigibile che ci porta via    lontano

G Em9 Em9 Am7 D6 D9m Bm7 E7 Am7 D6
    Am7                        D7
E adesso navighiamo dentro un sogno planetario
    G           D5+        G          E7
Il whisky mi ritorna su divento letterario
        Am                         D7
Ma perche' non vai dal medico, e che ci vado a fare
      G           Em7        Am7         D7
Non voglio mica smettere di bere e di fumare

            G         Em7        Am7        D7
E in questo sabato qualunque, un sabato italiano
   G7           Em7        Am7   Am6
Il peggio sembra essere passato  
   Bm                     Em           Am        D7
La notte e' un dirigibile che ci porta via    lontano
 
 
L'angolo dei video:
 
Ecco il video di "Un sabato italiano",
andato in onda durante la trasmissione "Mr. Fantasy":
 
 
 
 L'angolo dei live:
 
Iniziamo la carrellata dei live con un file audio risalente al 1987, anno di
pubblicazione del primo live ufficiale di Caputo:
"Ne approfito per fare un po' di musica":

 


 
Questo invece viene dal secondo live ufficiale della discografia di Caputo:
"La notte è un pazzo con le meches", datato 2010:
 

 
 
 


 
 
 
 Ora godiamoci altri live però col supporto video.
Il primo è un live molto particolare, improvvisato
dentro una libreria parigina per promuovere il libro
"Un sabato italiano memories":
 
 
 
Il secondo è tratto invece dal tour del 2013 con cui ha festeggiato
il trentennale dell'album "Un sabato italiano":
 
 
 
 
 
L'angolo del tutorial:

Il primo tutorial è dello stesso Sergio Caputo,
che ci spiega come suonare "Un sabato italiano":


 
 
Il secondo è invece inerente la linea di basso:
 
 











L'angolo delle curiosità:
 
Sergio Caputo ci parla di come è nata "Un sabato italiano": In questi giorno sono molto irrequieto. Non so come, ho ricominciato a scrivere canzoni, mi stanno venendo delle melodie che si arrampicano su per scale cromatiche come fossero degli assoli di sax e mi chiedo se riuscirò a scriverci sopra dei testi, visto che ad ogni nota dovrebbe corrispondere una sillaba, e l'accento della parola dovrebbe cadere sul "battere". E insomma è una sera di un sabato qualunque, di quelle che abbiamo deciso di non uscire perché tanto in giro c'è troppo casino...sono solo nella mia stanza, ho in mano la chitarra e sto strimpellando distrattamente un pezzo ancora senza parola che ho scritto giorni fa, un pezzo un po' malinconico, ma di quella malinconia che fa stare bene e svuota la mente da brutti pensieri. Vorrei raccontarci sopra la storia delle serate in giro per la mia Roma con gli amici, con le ragazze e la musica di Glenn Miller nel mangianastri.
Provo a concentrarmi e a iniziare a scrivere le parole ma non c'è niente da fare perché su dal cortile arriva un miagolio insistente, fastidioso, sembra che tutti i gatti del quartiere si siano dati appuntamento qui sotto stasera, per non farmi scrivere questa canzone.... Mi affaccio alla finestra, è una sera piovosa che sembra inverno, c'è qualche finestra illuminata e una radio che sputa fuori musicaccia commerciale. Resto lì a soffiare nuvolette di fumo che si perdono nel cielo scuro...
"Il fetido cortile ricomincia a miagolare" declamo in tono teatrale alla Vittorio Gassman, e mi accorgo che la metrica è proprio quella del pezzo che sto strimpellando; così vado avanti, e mi ritrovo un'ora dopo che ho riempito sette pagine del mio notes con versi, ma sul più bello suona il citofono e arrivederci: sono Rino e Gregory.
Il giorno dopo mi sveglio tardi, troppo tardi per andare dai miei. Mi gira la testa, accendo subito una sigaretta e cerco di riappiccicare fra loro frammenti di memoria della notte appena passata, come fossero i pezzi di uno specchio rotto.
Non ho idea di come sia riuscito a tornare a casa. Devo aver fatto tardi, tardissimo, c'è un bicchiere con dentro un dito di whisky, mozziconi puzzolenti di sigaretta e in giro pezzi di carta appallottolati. Vedo che ho usato il registratorino a pile, la mia chitarra è buttata lì accanto al letto e il blocchetto di appunti è pieno di scarabocchi nuovi, la mia scrittura quasi illeggibile...Sbuffando mando il nastro un po' indietro e schiaccio play, preparato a sentire grugniti da ubriaco e mugugni incomprensibili.
E "Un sabato italiano" è lì, praticamente fatta, dall'inzio alla fine, compreso il riff di fiati.

Per concludere sentiamoci il remake della canzone, contenuto nel disco "Un sabato italiano 30":

 
 

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