martedì 17 febbraio 2015

Mercy bocù



Siamo di fronte a un altro piccolo capolavoro di Caputo, "Mercy bocù".
La canzone parte lenta con un arpeggio sinuoso di chitarra, in sottofondo una chitarra acustica e un piano, poi il ritmo aumenta e sempre sotto un accompagnamento jazz, il protagonista della canzone gira per la città, da solo, senza più legami ("quante signorine, bello capitarci senza te...).
Come già accaduto ad altri protagonisti delle canzoni di Caputo, la fine di una storia è vissuta senza drammi, anzi... (Non vederti più, farci una risata su, non vederti più, già dimenticata pure tu...).
Non mancano anche in questa canzone liriche divertentissime ed originali come: ("Ordino una guinness per la prima manche, forse sono triste ma il mio cuore non lo sa..).
Nonostante l'arrangiamento jazz, ci sono effetti fatti al sintetizzatore che stonano un po' con l'atmosfera della canzone, ma eravamo in pieni anni ottanta e la musica di allora aveva spesso quel tipo di arrangiamenti. Caputo comunque in occasione del rifacimento del disco per festeggiarne i trent'anni, eliminerà quel tipo di arrangiamento e conferirà a tutti brani un'impronta decisamente più jazz.
Caputo decise volutamente di storpiare il titolo, scrivendo come si pronuncia e non nella corretta lingua francesce, perché aveva paura che altrimenti ci sarebbero stati problemi per gli speaker delle radio di pronunciarlo correttamente.








MERCY BOCU

La tua storia lascia un po' a desiderare, fermo un tassì
guastarti la serata no non è chic..
Confidarmi col tassista mi diverte, molto di più
"Mi lasci pure all'angolo e diamoci del tu",
la vita è bella ciao Mercy bocù

Guardo le vetrine piene di bigiotteria,
scarpe parigine,
reggicalze, campionari di tappezzeria.
Lì c'è un manichino che somiglia a te
sfoggia un tayeurino giallo senape.

Non vederti più ...
farci una risata su
Non vederti più
già dimenticata, pure tu

Uno stock di Giapponesi mi travolge
Me, e la mia verve,
e sparisce tra le fauci di un hotel.
L'ottimismo ricomincia a pilotarmi
per la città
un'insegna verde menta
mi promette un whisky bar
un juke-box sussurra wasciù-wariu-và

Quante signorine!
Bello capitarci senza te.
Faccio il milionario
mi destreggio, uno sgabello come Fred Astaire.
Ordino una guinness per la prima manche
forse sono triste ma il mio cuore non lo sa.

Non vederti più...
farci una risata su
Non vederti più
già dimenticata, pure tu

Alla fine quasi tutti sanno tutto,
sempre così...
conviene alzare i tacchi via di qui...
Pago il conto ed esco fuori per la strada
Mercy bocù
Un'orchestra di gatti
sta provando l'ouverture
la mia stella da spettacolo lassù.

Mercy bocù …


L'angolo degli accordi:

 Fa                                               Re7      Solm7         Do7
 La tua storia lascia un po' a desiderare, fermo un tassì
Solm7        Do7                   Solm7
guastarti la serata no non è chic..
Fa                                          Re7    Solm7    Do7
Confidarmi col tassista mi diverte, molto di più
Solm7                  Lam7     Sib               Lam7
"Mi lasci pure all'angolo e diamoci del tu",
Solm7            Do7/4             Fa7+ Re9b Solm7 Reb7 Do7
la vita è bella ciao Mercy bocù
Fa7+         Re7     Solm7      Do7
Guardo le vetrine piene di bigiotteria,
Fa7+         Re7
scarpe parigine,
Solm7                   Do7
reggicalze, campionari di tappezzeria.
Fa7+               Re7          Solm7      Do7
Lì c'è un manichino che somiglia a te
Fa7+                  Re7           Solm7  Do7
sfoggia un tayeurino giallo senape.
        Fa7+    Rem7
Non vederti più ...
Solm7     Do7
farci una risata su
           Fa7+   Rem7
Non vederti più
Solm7        Do           Fa
già dimenticata, pure tu

Fa-Re9b-Solm7-Do7 (2 volte)

Fa                             Re7
Uno stock di Giapponesi mi travolge
Solm7           Do7
Me, e la mia verve,
   Solm7            Do7            Solm7 Do7        
e sparisce tra le fauci di un hotel.
Fa                      Re7
L'ottimismo ricomincia a pilotarmi
Solm7   Do7
per la città
Solm7                 Lam7
un'insegna verde menta
      Sib                           Lam7
mi promette un whisky bar
            Solm7            Do7/4             Fa7+ Re9b-Solm7-Reb7-Do7
un juke-box sussurra wasciù-wariu-và
Fa7+             Re7
Quante signorine!
Solm7              Do7
Bello capitarci senza te.
Fa7                  Re7
Faccio il milionario
Solm7                         Do7
mi destreggio, uno sgabello come Fred Astaire.
Fa7+            Re7                  Solm7 Do7
Ordino una guinness per la prima manche
Fa7+         Re7                   Solm7          Do7
forse sono triste ma il mio cuore non lo sa.
        Fa7+     Rem7
Non vederti più...
Solm7      Do7
farci una risata su
          Fa7+   Rem7
Non vederti più
Solm7       Do7          Fa7 Re9b-Solm7-Do7-Fa7-Re9b-Solm7-Re7
già dimenticata, pure tu
Sol                                     Mi7
Alla fine quasi tutti sanno tutto,
Lam7     Re7
sempre così...
Lam7                  Re7               Lam7 Re7
conviene alzare i tacchi via di qui...
Sol                                                 Mi7
Pago il conto ed esco fuori per la strada
Lam7      Re7
Mercy bocù
         Lam7        Sim7
Un'orchestra di gatti
      Do                     Sim7
sta provando l'ouverture
           Lam7     Re7           Sol   Mi9b-Lam7
la mia stella da spettacolo lassù.
            Re7   Sol-Mi9b-Lam7-Re7
Mercy bocù …

L'angolo dei video:

Come quasi tutte le canzoni del disco "Un sabato italiano", anche di "Mercy bocù" fu fatto il video per trasmetterlo durante la trasmissione Rai "Mr. Fantasy":



L'angolo live:

Direttamente dal primo live ufficiale di Caputo "Ne approfitto per fare un po' di musica" del 1987:







Questa versione invece è tratta dal secondo live ufficiale di Sergio, del 2009, "La notte è un pazzo con le meches":




Ora passiamo a qualche live con video, il primo file risale al 2008 e Sergio Caputo esegue la canzone insieme alla Mister Grant's Band:



Questa invece risale al 2007, siamo al Festival Jazz di Pineto:



Per chiudere, ecco una versione solo audio ma molto rara, datata 1998, nei giorni che stava a Sanremo per esibirsi, Caputo ha improvvisato un miniconcertino per una radio privata e tra le canzoni suonate non poteva mancare "Mercy bocù":


L'angolo delle curiosità:

Questa canzone è ispirata da una storia che Caputo ha avuto con una certa Lavinia, ecco il suo racconto contenuto nel libro "Un sabato italiano memories": Io e Lavina ci vediamo quasi tutte le sere, ma non ho ancora fatto la mossa decisiva, nè son bene se dovrei farla mai.
Se aspetto ancora un po', diventeremo amici e allora addio sesso sfrenato.
Vive in un seminterrato di un palazzo in cui, cinque piani più su abitano i suoi.
Ogni tanto sparisce per giorni, poi riappare come se niente fosse, dolce come un fringuello, e allora andiamo a mangiare ,facciamo delle gite, andiamo a ballare e la gente nei posti ci tratta come una coppia, anche se tecnicamente non si può dire che lo siamo.
Lavina ha anche risvolti imprevedibili, e a volte diventa aggressiva e sgarbata, poi quando si accorge che mi sto arrabbiando e sto per piantarla lì, torna a tubare come una tortorella.
Una sera dopo una polemica assurda di cui non ricordo il motivo, mi porta nel suo seminterrato e lì facciamo l'amore. Lo fa in modo inaspettatamente rude, animalesco, non il mio genere. Vuole dirigere lei e poi vuol farlo al buio, mentre a me piace vedere tutto.
Poi ci addormentiamo lì, uno sopra l'altro, in quel suo letto singolo.
Mi sveglio in preda al panico, mi manca il respiro, è ancora notte, sto male e me ne devo andare.
Non so bene cosa sia andato storto, mi sento usato, forse sto proiettando su di lei qualche mia insicurezza, o forse il suo modo di fare mi ha rotto i coglioni e non ci posso fare niente.
Mi rivesto cercando di non fare rumore e apro piano piano la porta per uscire, e lei si sveglia e mi becca così, con le scapre in mano, come nei film. Mi volto a vedere i suoi occhi scuri e feriti che dallo spiraglio della porta mi guardano sparire nella luce al neon giù per il corridoio del palazzo, fra tubature, cavi elettrici e bidoni. Fuori strada, prendo un taxi al volo, ma poi mi viene voglia di fare due passi e mi faccio lasciare in centro, per schiarirmi le idee, a camminare così, solo a fumare e a guardare i negozi chiusi. Poi mi infilo nel lounge di un hotel e ci rimango per un bel po', a farmi coccolare dalle luci soffuse, dal chiacchiericcio sommesso, dal barman compiacente.
E poi, chissà a che ora, appena prima dell'alba, vado a casa e scrivo "Mercy bocù".

Per concludere andiamoci a sentire la versione remake del 2013 uscita nel disco "Un sabato italiano 30":








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